Entriamo nel mondo di Emmi Pikler! Libertà, movimento e cura

Emmi Pikler è stata una delle figure pedagogiche più importanti del XX secolo, i suoi principi, ancora oggi sono praticati ed attualissimi

Cenni biografici – gli inizi

Emmi Pikler nasce il 9 gennaio del  1902 a Vienna dove vivrà da bambina. La madre educatrice di origini austriache e il padre operaio ungherese nel 1908  si trasferiscono a Budapest. Alla tenera età di dodici anni perde la mamma. Dopo la scuola secondaria Emmi ritorna a Vienna dove intraprende gli studi in medicina.  Si laurea  nel 1927 e  si specializza in pediatria nella Clinica Pediatrica universitaria di Vienna

Si sposa con un matematico e pedagogista e nel 1931 nascerà la loro primogenita Anna. Insieme, decidono di dare alla bambina tutte le possibilità di attività autonoma nella motricità, negli stimoli pensati, nei giochi e nella scoperta delle sue capacità corporee in relazione all’ambiente circostante. Infatti non la mettono mai in una posizione che essa non abbia già raggiunto da sola, in modo da favorirne le  iniziative verso l’attività autonoma. La piccola Anna era curata in maniera costante e molto scrupolosa,  aveva per lei uno spazio grande e protetto, vestiva con un abbigliamento comodo che le permetteva di muoversi in  assoluta libertà e trascorreva i suoi momenti di scoperta con alcuni  giochi che poteva utilizzare e manipolare da sola. L’evoluzione della motricità, lo sviluppo intellettivo e affettivo di Anna confermarono le aspettative dei genitori.

La carriera

Inizialmente la famiglia visse a Trieste, poi si trasferirono a Budapest, dove Emmi iniziò a lavorare come pediatra di famiglia e continuò la sua opera di sostegno ai genitori, per far comprendere loro l’importanza di rispettare tempi, desideri e movimenti dei bambini, guidandoli a evitare di anticipare i figli riguardo ai giochi, alle posture, alle posizioni, seguendo gli stessi principi e valori sperimentati con la figlia. Le famiglie che rispettavano i suoi consigli, impararono ad avere più fiducia nella capacità di sviluppo dei loro bambini ed inoltre a creare le giuste condizioni affettive che portavano  verso l’attività autonoma, iniziata dal bambino stesso, soprattutto durante i momenti delle cure personali che diventavano importantissimi momenti di dolce e profonda interazione, di scambio tenero e di grande affetto  durante i quali il bambino partecipava molto felice

Lo sviluppo del bambino appariva così armonioso, continuo e costante. Inoltre i piccoli instauravano ottimi rapporti con i loro genitori e gli adulti vicini. Emmi studiò inoltre le idee di M. Montessori insieme alla sua allieva Magda Gerber.

Durante  la guerra il marito venne incarcerato a causa delle origini ebree e delle sue idee politiche. Nonostante questo periodo molto difficile Emmi riuscì a pubblicare nel 1940 un libro rivolto ai genitori in cui scriveva la sua visione del lavoro di cura dei piccoli e così iniziò a diffondere le sue idee in Ungheria ed all’estero. Una volta finite le persecuzioni il marito fu liberato e la famiglia si poté finalmente riunire. Nacquero altri due figli

Nel 1946, la dottoressa venne contattata dalle autorità di Budapest per dirigere un brefotrofio, istituto di metodologia dell’educazione e della cura della prima infanzia, conosciuto come Lóczy, dal nome della via in cui l’istituto si trovava. Al momento dell’apertura, i bambini ospitati erano 35, dopo la ristrutturazione all’interno dell’istituto potevano soggiornare in 70 giovani vite. I piccoli avevano un’età compresa tra i pochi mesi e i 3 anni

I quattro principi base dell’Istituto Loczy

1 Il valore dell’attività autonoma per l’educazione dei bambini al fine che acquisiscano la capacità di sentirsi attivi e liberi e  per offrire loro la possibilità di vivere e far tesoro delle esperienze che permettono lo svolgersi di uno sviluppo motorio ed intellettivo armonioso, grazie alla sperimentazione delle diverse situazioni. 

2 Le educatrici tra una cura e l’altra, restano sempre accanto ma lasciano il bimbo a se stesso per favorire la sua attività spontanea, non intervengono in modo diretto, rispettando i tempi di ognuno. Il valore di una relazione affettiva privilegiata è un altro principio basilare per quanto riguarda l’istituto, poiché in assenza di una madre ogni bambino ha l’esigenza di avere una relazione stretta e continua con un adulto di riferimento, costante, stabile e  che possa creare continuità. 

3 Altro principio essenziale è quello di aiutare il bambino a prendere coscienza di sé stesso e del suo ambiente e questo lo si fa soprattutto durante i momenti di cura, il cosiddetto maternage, che consiste nell’insieme delle cure affettuose e continue, rendendolo partecipe di quello che gli si sta facendo e di ciò che gli succederà. Trattandolo come soggetto attivo fin dai primi mesi di vita lo si aiuta a prendere coscienza di sè, ad esprimersi e a conoscersi, affermandosi meglio in seguito come persona adulta

4 Il quarto principio base essenziale è quello che riguarda l’importanza di un buono stato di salute che si avrà anche rispettando i principi prima elencati e ogni bambino ha andamento individuale che si basa sulle osservazioni  non giudicanti del suo stile di vita, della sua alimentazione e della sua giornata. Il suo sviluppo durante il corso del tempo viene registrato mediante quotidiane osservazioni, una delle caratteristiche fondamentali per la salute del bambino è la vita all’aria aperta.

Se diamo ai bambini sufficiente spazio e possibilità di libero movimento, si muoveranno con la bellezza e la grazia degli animali; agilmente, semplicemente, con confidenza e naturalezza

Emmi PIkler

I nostri suggerimenti di lettura:

Datemi tempo

Questo bellissimo libro rivela quanto sia importante rispettare in modo pignolo i tempi di crescita di ogni bambino fin dalla primissima infanzia. Un volume da consultare per affrontare con più sicurezza le varie tappe di sviluppo delle prime fasi dell’ età evolutiva. 

Una lezione per i genitori, ai quali la famosissima pediatra si rivolge con preparazione e affetto per accompagnarli nella crescita dei loro figli

 Emmi Pikler scrive: Il “dono” più grande che il bambino può ricevere dall’adulto che si prende cura di lui fin dalla primissima età sono uno spazio e un tempo sufficienti per sperimentare le proprie possibilità autonome di apprendimento, in completa armonia con il proprio livello di maturità, con gli interessi e le iniziative di ogni momento.

Bambini attivi e autonomi

Come si pone l’adulto nell’educazione dei bambini?

Quali sono i capisaldi da tenere sempre presenti? Insomma a cosa serve l’adulto?

Ecco spiegati in questo libro, gli atteggiamenti e gli approcci migliori per il rispetto della vita del bambino sotto tutti gli aspetti della sua crescita, fin dalla più tenera età.

L’importanza di non interferire nella libertà di movimento dei bambini da quando vengono al mondo, uno dei capisaldi dell’approccio di Emmi Pikler spiegato in questo volume.
Un libro per acquisire fiducia nelle potenzialità innate del bambino e delle sue competenze già dal primo anno di vita.

“Quando abbracci un bambino, non lo fare solo con il tuo corpo ma anche con la tua mente ed il tuo cuore

magda gerber

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